I passeggeri con voli fino al 25 febbraio saranno riprotetti su aerei di altre compagnie. Per gli altri prevista la riprotezione o il rimborso del biglietto. A rischio il lavoro dei 1.200 dipendenti

MILANO – Air Italy va in liquidazione. L’assemblea dei soci (l’Aga Khan al 51% e Qatar Airways al 49%) ha deciso di mettere gli aerei a terra “a causa delle persistenti e strutturali condizioni di difficoltà”. I voli sino al 25 febbraio saranno operati agli orari e nei giorni previsti da altri vettori, mentre i passeggeri che hanno prenotato voli in partenza in date successive al 25 febbraio saranno riprotetti o rimborsati integralmente. Tutto da capire invece il futuro dei 1.200 dipendenti della compagnia, messa in ginocchio da 380 milioni di passivo negli ultimi due anni e arrivata a perdere il 60% dei suoi ricavi, più di Alitalia. Creditori e fornitori dovrebbero invece essere rimborsati.


Il blitz in extremis di De Micheli

La ministra dei trasporti Paola De Micheli ha cercato in zona Cesarini di sventare la serrata: “Non è accettabile la decisione di liquidare un’azienda di tali dimensioni senza informare prima il governo e senza valutare seriamente eventuali alternative”, ha detto. “Pertanto mi aspetto che Air Italy sospenda la deliberazione fino all’incontro che possiamo già calendarizzare a partire dalle prossime ore”.

A far uscire allo scoperto De Micheli, dopo che Repubblica ha anticipato il rischio concreto di veder portare i libri in tribunale, è stata la comunicazione informale avvenuta da parte dei sindacati. Le sigle hanno anticipato al Mit il probabile esito dell’assemblea, che poi si è verificato, generando la preoccupazione della responsabile dei trasporti.

 La notizia è arrivata ai 1.200 dipendenti con una lettera del presidente Roberto Spada: “E’ con profondo rammarico che devo informarvi tempestivamente della liquidazione in bonis di Air Italy che prevede il pagamento di tutti i dipendenti e dei creditori – ha scritto nella comunicazione – E’ stata  una scelta difficile presa congiuntamente dagli azionisti. Tengo a ringraziare personalmente voi tutti per il vostro apporto e impegno di questi anni”.

Il sogno aereo dell’Aga Khan

Air Italy è l’ultimo clone della lunga filiera di compagnie aeree controllate – e sostenute negli anni con centinaia di milioni di finanziamenti – dall’Aga Khan. La prima, la gloriosa Alisarda, è nata a inizio anni ’60 quando il principe ismailita ha inventato dal nulla Porto Cervo e ha lanciato la Costa Smeralda. Dotandola di una piccola compagnia aerea con base su una striscia di terra a Venafiorita, a sud di Olbia, per i collegamenti con il continente. Da allora di acqua sotto i ponti ne è passata molta ma il sogno aereo dell’Aga Khan non è mai riuscito ad arrivare ad una redditività stabile. Il periodo migliore per il suo vettore è stato fino a fine anni ’80. Con la Sardegna diventata all’improvviso la meta del jet set mondiale, lo Yacht Club di Porto Cervo che porta Azzurra a sfidare le vele Usa nella Coppa America.E Alosarda che diventa un vettore nazionale con le radici ben piantate nel nord-est dell’isola.

Poi, poco alla volta, iniziano le difficoltà. Con l’Akfed, la cassaforte del principe, che porva a risolverle con una serie di fusioni per aumentare le dimensioni. Alisarda diventa Meridiana e acquista prima Eurofly e po Air Italy. Ma gli aerei in flotta sono troppo vecchi e consumano troppo, le operazioni di integrazione (a volte strapagate) non funzionano, la concorrenza di Easyjet e Ryanair frena la redditività. E alla fine nel 2016 arriva la Qatar Airways, gettando un salvagente al gruppo e rilevandone il 49% e mettendo le basi, il management, gli aerei e il know-how per lancaire Air Italia a inizio 2018. I piani di Akbar Al Baker, numero uno dei qatarini, sono ambiziosi: 50 nuovi aerei, molte più rotte intercontinentali con base a Malpensa per riempire il vuoto lasciato da Alitalia. E l’ambizione mai nascosta di diventare il primo vettore tricolore sfruttando la crisi dell’ex compagnia di bandiera. Peccato la ricetta non abbia funzionato: troppi piani confusi, troppe rotte lanciate e cancellate in pochi mesi hanno messo in ginocchio Air Italy che nel 2019 ha perso oltre 200 milioni contro i 30 dell’era Meridiana. L’Aga Khan non può star dietro a voragini di quelle dimensioni. Qatar Airways, pur ricchissima, non può avere più del 49% della società per le norme Ue. Non solo: l’embargo contro Doha e gli attacchi della Casa Bianca contro l’ingresso di Air Italy in forze  sul mercato Usa hanno raffreddato gli entusiasmi. E oggi, per la gloriosa ex-Alisarda, è arrivata l’ora di alzare bandiera bianca e avviare la liquidazione.

Credits:©Repubblica.it

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