C’è un motivo se determinate tratte aeree hanno visto allungare i tempi di percorrenza nel corso degli anni. La colpa è del “padding”.

Una stessa tratta aerea richiedeva minor tempo 10 anni fa rispetto a oggi. Com’è possibile? Tutta colpa del “padding”. Ecco di cosa si tratta.

Chi viaggia di frequente in aereo avrà notato come negli anni i tempi di percorrenza delle stesse tratte si siano allungati. Non è soltanto una sensazione, bensì un sistema preciso che in inglese porta il nome di “padding”. 

Nel corso degli anni le compagnie aeree hanno accumulato molteplici dati sui frequenti ritardi, ottenendo così risultati in merito alle tratte maggiormente soggette ad arrivi oltre l’orario previsto. Indicare dunque un tempo di percorrenza maggiore offre un margine di ritardo particolarmente conveniente.

In buona sostanza il tempo di percorrenza indicato in fase di prenotazione, a volte risulta essere maggiore rispetto al tempo realmente necessario per percorrere quella tratta. Ciò vuol dire infatti avere la chance di arrivare puntuali anche quando la partenza non ha rispettato esattamente il programma previsto.

Un sistema che non viene contrastato in alcun modo, spingendo i tempi di percorrenza ad allungarsi in maniera costante nei decenni. I passeggeri percepiscono un falso senso di puntualità, con nessuna sorta di pressione sulle compagnie aeree, che risultano avere un gravoso impatto sull’ambiente, ben più del necessario. Un sistema che consente inoltre di tutelare le aziende contro richieste di risarcimento dovute a gravosi ritardi. Se determinate tratte prevedono già un cuscinetto orario, è facile prevede un malcontento statisticamente ridotto e dunque minori richieste economiche.

È bene sapere che un volo viene considerato in orario quando non presenta un aumento del tempo di percorrenza superiore ai 15 minuti. Con il “padding” è possibile aumentare tale margine, qualora si registri un ritardo, magari dovuto alle lunghe procedure di rullaggio e decollo. Una tecnica di cui i passeggeri non dovrebbero essere a conoscenza, ma che viene ampiamente svelata dai dati degli ultimi decenni. Basti pensare come nel 1996 la tratta aerea Londra Heathrow – Dublino richiedeva tra i 60 e i 74 minuti. Oggi invece ci si attesta su una media tra i 75 e gli 89 minuti. Aeroporti rimasti esattamente dov’erano un tempo, eppure i numeri non mentono. Lo stesso dicasi per i voli intercontinentali, come quelli che partono da Londra e giungono al JFK di New York. Dal 1996 a oggi si è passati da 7 ore e 30 minuti a più di otto ore. La prossima volta che si arriverà puntuali dunque, verrà naturale chiedersi  se si sia davvero risparmiato del tempo.

Credits: ©siviaggia.it


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