I dati per il 2017 nel trasporto aereo del «Baggage Report» di Sita: 1,1 milioni di valige «disguidate» in più rispetto a un anno fa, ma cala il numero in rapporto ai passeggeri

Nel 2017 sono stati oltre 22,7 milioni i bagagli riconsegnati in ritardo, danneggiati, smarriti o rubati su un totale di 4,65 miliardi di valige trasportate dalle compagnie. Vuol dire che viene «disguidato» — come si dice in gergo — meno dello 0,5% degli effetti personali imbarcati nelle stive dei velivoli. Un dato significativo, in aumento di 1,1 milioni rispetto al 2016 (quando erano stati 21,6 milioni), ma in calo del 51,6% rispetto al 2007, quando i reclami toccavano quota 46,9 milioni. Sono questi alcuni dei dati contenuti nel «Baggage Report 2018», il dossier realizzato da Sita (il colosso mondiale che fornisce servizi di comunicazione e soluzioni tecnologiche al trasporto aereo) che il Corriere è in grado di anticipare.

Il confronto rispetto a 10 anni fa

L’anno passato, sostiene la società, i bagagli che hanno riportato problemi sono stati 5,57 ogni mille passeggeri (nel 2007 erano 18,88 ogni mille): calcolatrice alla mano vuol dire uno ogni circa 180 viaggiatori. Il tutto in un anno record anche per il settore, dove si sono imbarcati 4,08 miliardi di viaggiatori, come calcola la Iata, l’associazione internazionale che riunisce le compagnie aeree. Vettori che proprio alla luce di questi numeri vedono ridursi i costi di rimborso e trasporto dei bagagli riconsegnati in ritardo, danneggiati, smarriti o rubati, sborsando circa 2,3 miliardi di dollari, cioè 101 dollari a valigia.

Il primato dell’Europa

È interessante il dettaglio continentale. Un terzo delle valige «disguidate» si registra in Europa. Incrociando i dati generali di Sita per il Vecchio Continente (6,94 bagagli problematici ogni mille passeggeri, -58% sul 2007) con la stima dei passeggeri sulla base delle proiezioni sulla regione della Iata, il Corriere calcola che nel 2017 sono stati infatti 7,53 milioni i borsoni e gli effetti personali «disguidati» in Europa. Allo stesso modo si nota come nel Nord America (Canada, Usa, Messico) le valige sono state 2,29 milioni e in Asia-Pacifico 2,89 milioni.

Le cause

Quanto alle ragioni prevale il bagaglio consegnato in ritardo (78%). Quasi una valigia su cinque viene denunciata come «danneggiata» oppure privata di alcuni effetti personali (17%). Resiste una fetta non esigua di oggetti persi del tutto oppure rubati (5%). Quando si vanno a vedere le ragioni del bagaglio consegnato in ritardo, in quasi la metà dei casi si tratta di un problema registrato al momento del trasporto da un aereo all’altro nei voli con scalo. Seguono i problemi relativi alla fase di imbarco in stiva (16%) e all’identificativo/alla sicurezza (15%).

I bagagli smarriti per macro-area ogni mille passeggeri (fonte Sita)

La risoluzione Iata

Il record nel calo dei bagagli «disguidati» secondo lo studio continuerà e quest’anno viene considerato come un «punto di svolta per l’industria: le compagnie stanno adottando in misura sempre maggiore tecnologie per il tracking dei bagagli». Il report di Sita cita anche diversi esempi virtuosi — di Alitalia, Aeroflot, Delta Air Lines e Qatar Airways — «di utilizzo di tecnologia innovativa e collaudata per migliorare la gestione e la tracciabilità». A questo va aggiunta l’introduzione, dal 1° giugno 2018, della Risoluzione 753 della Iata che stabilisce che tutti i bagagli trasportati in stiva devono essere tracciati dall’inizio alla fine del viaggio.

Il ruolo della tecnologia

«Negli ultimi dieci anni abbiamo registrato miglioramenti significativi nella gestione dei bagagli perché i vettori hanno iniziato ad approfittare in modo sempre più diffuso delle tecnologie e», ragiona Sergio Colella, presidente per l’Europa di Sita. «La tracciabilità integrale lungo l’intera filiera fornisce tutte le informazioni in grado di rivelare dove i processi operativi possono essere migliorati. Già quest’anno potrà rappresentare un vero punto di svolta per il settore».

Credits: ©CorriereDellaSera

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