Il supplemento carburante fa alzare il costo del biglietto aereo ma…

Con l’aumentare delle compagnie aeree e delle offerte, volare dovrebbe essere più economico e invece è diventato più caro a causa del supplemento carburante, una voce che pesa come un macigno nel costo del biglietto. Il Corriere della Sera ha effettuato un’analisi su diversi voli in partenza Milano e Roma verso destinazioni nazionali, europee e intercontinentale ma la solfa non cambia.

Il supplemento carburante che fa lievitare il costo del biglietto

Prendendo come esempio il prezzo di un volo Milano New York si nota che il 71,2% del costo complessivo è riferito ai supplementi; rispetto al 2016 questi sarebbero addirittura aumentati del 27,9% nel caso dei voli in partenza da Milano e del 28,8% per i voli da Roma. Le compagnie aeree devono affrontare il costo del cherosene che pesa per il 25% sui costi totali, oltretutto devono ostacolare i prezzi variabili del barile, da qui nasce il ben noto supplemento carburante che tutti i viaggiatori più o meno frequenti conoscono.

Da vari mesi ormai, il costo del carburante è aumentato e le compagnie, durante il convegno annuale della Iata, hanno così spiegato l’aumento dei costi dei biglietti aerei ma c’è un ma. Nell’analisi del Corriere si fa notare che la maggior parte dei vettori, soprattutto per accaparrarsi il carburante a prezzi ribassati, ricorrono al fuel hedging, ossia un contratto in cui si acquista un tot di carburante ad un prezzo bloccato per diversi mesi e fino a 1 anno e mezzo. In sostanza il carburante che ora le compagnie starebbero usando dovrebbe essere stato acquistato prima di gennaio, periodo in cui i prezzi dello stesso hanno iniziato il percorso in salita ma nonostante tutto i biglietti costano di più.

L’Italia penalizzata

Ad oggi il supplemento carburante dei voli aerei ha subito un forte rincaro. Rispetto al 2016, ad esempio, la percentuale è più alta del +37,9% per i voli Milano-New York, del +47,2% per i voli Milano-Mosca e del +111,7% per i voli verso Londra, stessa cosa per i voli da Roma. Dietro a tutto ciò c’è una motivazione che possiamo definire quasi concorrenziale. I manager di tre compagnie hanno infatti dichiarato al Corriere che se un concorrente alza il supplemento carburante tutti lo seguono a ruota, una situazione che cozza con l’Asia e il Giappone dove le compagnie devono per forza pubblicare le variazioni ad esempio. E in tal senso l’Italia è sembra la più penalizzata; il supplemento costa caro, anche 106 euro contro i 26 della Germania, i 22 della Francia e addirittura i costi 0 di Spagna, Uk e Usa.

Credits: ©InvestireOggi

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