Una storia vera, accaduta sul volo Catania-Venezia. Una compagnia low cost molto singolare, con biglietti venduti a 250 euro per voli in 80 città italiane. La lettera dell’Enac, dopo troppi voli cancellati, in ritardo e con overbooking. Ma è il momento di intervenire.
DISSERVIZI VOLOTEA
Volotea, compagnia low cost spagnola che opera in ben 80 città italiane, ha inaugurato una nuova prassi per i suoi aerei: lavori di manutenzione sul momento, con passeggeri a bordo, riparazione del motore con lo scotch, e ritardi interminabili. Tutto sperimentato sul campo.
RITARDI VOLOTEA
Il volo di sabato 25 agosto, da Catania a Venezia, programmato per le 14,25 (con la sigla V71261) è da manuale. Verso le 13, mentre arrivo in aeroporto, mi arriva un sms nel quale la compagnia avvisa di “essere spiacente”, ma l’aereo che devo prendere ha un ritardo di un’ora per imprecisate “ragioni operative”. Speriamo bene, penso.
Arrivato in aeroporto ho la prima brutta sorpresa. In realtà il ritardo è più ampio di quello segnalatodalla compagnia con il suo sms, e arriva a un’ora e trenta minuti. Non capisco il motivo di questa differenza, e con santa pazienza aspetto l’imbarco, mentre facendo i conti scopro che siamo già a un paio d’ore di ritardo. Già l’imbarco desta qualche sospetto: le signorine non fanno annunci con l’altoparlante, ma parlano ad alta voce, come se fossero allo stadio. Eppure siamo centinaia di passeggeri che dobbiamo capire che cosa fare.
MANUTENZIONE AEREI VOLOTEA
Finalmente si sale a bordo, ma qui inizia una seconda odissea. Finito l’imbarco, l’aereo non parte, e accumuliamo un’altra ora di ritardo. Le hostess, molto gentili e sorridenti, non sanno però che pesci prendere e tutto tace. Al massimo arriva qualche bicchiere d’acqua offerto dalla ditta, anche perché l’aereo è zeppo di bambini. Così i passeggeri iniziano a protestare, vogliono notizie precise, e non capiscono il motivo per il quale sono prigionieri sull’aereo. Finalmente una hostess (ma come le formano queste poverette pagate quattro soldi?) prende coraggio, e in uno stentato italiano, avvisa che sono in corso lavori di manutenzione che dureranno ancora “qualche minuto”. Falso. Passa altro tempo e finalmente si sente la voce del comandante, piuttosto seccato, che in un pessimo inglese avvisa: “Io avevo chiesto di non imbarcare il volo fino al termine dei lavori, ma purtroppo la società dell’aeroporto ha voluto fare il contrario…”. La colpa è sempre degli altri, e per noi parco buoi non c’è neanche la consolazione di una parola di scuse.
A questo punto i passeggeri iniziano a essere inferociti. Ci sono urla, proteste, minacce, e arriva così il colpo di scena. Il microfono lo prende un addetto dell’aeroporto che spiega così il ritardo: “Stiamo facendo una riparazione al motore con lo scotch, ancora una mezz’ora e partiamo…”. L’effetto di questo messaggio così strampalato e improprio è dirompente. Con lo scotch? Un motore? Ma siamo pazzi? In molti vogliono scendere, ma le hostess di Volotea avvisano: se lo fate, dovete restare in aeroporto di Catania fino a quando l’aereo non sarà arrivato a Venezia. Tutti prigionieri. Di fronte alla paura dei passeggeri per i lavori al motore con lo scotch, l’addetto dell’aeroporto riprende il microfono, si scusa per il suo linguaggio piuttosto impreciso, e assicura che non ci sono problemi per l’incolumità dei passeggeri e per la sicurezza del volo. Meno male.
DISSERVIZI COMPAGNIA AEREA VOLOTEA
Finalmente si parte, e l’aereo arriva con più di tre ore di ritardo a Venezia, dove ci scappa anche un applauso liberatorio per la paura di un volo a rischio. Ho il tempo, a bordo, di capire quanto abbiamo pagato i biglietti. Il mio è costato circa 250 euro. La stessa cifra che hanno pagato tanti altri passeggeri: dunque Volotea è una low cost sui generis, che applica tariffe molto alte, e magari riceve i contributi delle regioni per i suoi voli a basso costo in città poco profittevoli per il traffico presente. Un mistero che andrebbe chiarito.
Prima di scrivere questo racconto, prendo qualche informazione sulla compagnia, e sento l’Enac, l’ente nazionale che dovrebbe tutelare sicurezza e diritti dei passeggeri per tutte le compagnie che operano in Italia. E qui faccio un’altra scoperta. Già nei primi giorni di agosto, il direttore generale dell’Enac, Alessio Quaranta, ha scritto una lettera piuttosto dura ai vertici della società. Dopo che sono arrivate centinaia di proteste per voli cancellati, ritardi biblici, e continui overbooking. Nella lettera, alla fine, si minaccia di prendere provvedimenti, che, come da regolamento, sono molto pesanti: si va dalla sospensione della vendita dei biglietti in Italia, all’obbligo per la compagnia di proteggere i passeggeri che hanno già acquistato i biglietti e farli volare, sulla stessa tratta, con altre compagnie. Mi pare di capire, e ho raccolto diverse testimonianze di abituali clienti di Volotea, che dalla lettera dell’Enac la situazione è solo peggiorata e siamo arrivati a un areo che, per una tratta di un’ora e quaranta minuti, accumula un ritardo di oltre tre ore. Per riparare un motore con lo scotch. Forse è venuto il momento che Enac la finisca di scrivere lettere e minacce e prenda qualche provvedimento, che sia esemplare per tutte le compagnie che volano in Italia.
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