I Benetton pronti a salvare Alitalia in cambio della concessione su Autostrade: ecco il piano di scambio che c’è ma “non si può dire”
I Benetton pronti a entrare nell’affare Alitalia e salvare la compagnia di bandiera, in cambio delle concessioni autostradali che, solo poco tempo fa, erano state messe seriamente in discussione dal governo.
Quello che all’apparenza potrebbe sembrare uno scenario lontanissimo, solo una suggestione, sembra invece più concreto che mai visto il deciso ammorbidirsi da parte dell’esecutivo gialloverde nei confronti del gruppo Atlantia, proprietario di Autostrade.
Restano al momento i ripetuti no del ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, che ha parlato delle questioni Alitalia e Autostrade come di “due dossier separati”, che non possono sovrapporsi e vanno trattati in maniera diversa.
Eppure, il radicale cambio di linea dell’esecutivo è palese, come sempre più evidente diventa l’urgenza di risolvere una situazione che, con grosse probabilità, continuerebbe ad essere indirizzata verso un vicolo ceco senza l’intervento di Atlantia.
L’iniziale muro governativo sul fronte concessioni autostradali si è trasformato, nel tempo, in qualcosa di diverso.
Questo quando quello stesso governo che aveva detto peste e corna dei Benetton ha cominciato a spingere per un ingresso di Atlantia nel complicato salvataggio di Alitalia, vista l’assenza di investitori pronti a sobbarcarsi l’affare.
Così ora l’esecutivo gialloverde si trova a muoversi da una condizione di evidente necessità, di fronte a un Atlantia che, per contro, potrebbe assumere il ruolo di «provvidenza», inserendosi nel salvataggio di Alitalia quando i ’no’ di tante realtà hanno ormai palesato tutti gli ostacoli dell’affare.
Anche la recente offerta per la compagnia da parte del patron della Lazio, Sergio Lotito, sembra essersi rivelata inconcludente stando alle dichiarazioni del ministro delle Infrastrutture, che ha espresso la necessità di “leggere le offerte sulla carta” prima di poterle giudicare.
Dall’altra parte, invece, la società capogruppo di Autostrade per l’Italia sarebbe già avanti con le discussioni del piano, e i colloqui con Danilo Toninelli in corso da diverse settimane.
Atlantia – che controlla il 95% di Aeroporti di Roma – avrebbe quindi vita facile sul fronte concessioni autostradali, che dopo il crollo del Ponte Morandi erano state messe in discussione.
Al momento le adesioni sono inferiori al 60% del capitale, distribuito tra il 30% di Ferrovie dello Stato, il 15% del MEF e il 15% di Delta Airlines. L’ingresso di Atlantia potrebbe portare a un aumento della quota di Fs, e richiederebbe un investimento di 300 milioni di euro per l’azienda guidata dal CEO Giovanni Castellucci.
La trattativa – per il momento solo presunta – sembra tutt’altro che fantascienza, tanto che diverse testate hanno già parlato di un vero e proprio baratto, concreto e in parte anche visibile, ma che “non si può dire”.
Credits:©money.it