Le low cost continuano a chiedere l’extra anche dopo la sospensione delle nuove regole sui bagagli. Rischiano 5 milioni di euro di multa o lo stop dei voli. Il nodo rimborsi
Ryanair e Wizz Air sfidano l’Antitrust italiana. Rischiando così non soltanto una multa milionaria, ma anche di avviare un iter legale che — agli estremi — prevede l’interruzione dei voli fino a un mese. Sei giorni dopo lo stop dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato alle nuove regole sui bagagli a mano — che diventano a pagamento, al netto di uno zaino da depositare nello spazio sotto ai sedili — le due compagnie low cost continuano a vendere i biglietti chiedendo poi un extra per imbarcarsi con un secondo effetto personale. Il risultato arriva incrociando i risultati delle simulazioni prove effettuate dal Corriere della Sera, le segnalazioni dei lettori e le risposte degli assistenti dei due vettori.
La decisione del 31 ottobre
Il 31 ottobre scorso, alla vigilia dell’introduzione della nuova policy, l’Antitrust italiana aveva pubblicato due provvedimenti — uno su Ryanair (prima compagnia in Italia per passeggeri trasportati), un altro su Wizz Air — per bocciare le tariffe aggiuntive sul bagaglio a mano a bordo. Bagaglio che è sempre stato gratuito, salvo poi diventare oggetto di un costo extra dal 1° novembre scorso. Secondo l’autorità le nuove regole sono da sospendere perché «forniscono una rappresentazione falsa del reale prezzo del biglietto» e «viziano il confronto con le tariffe degli altri vettori, inducendo in errore il consumatore». «In caso di inottemperenza — c’è scritto nella relazione finale — l’autorità applica la sanzione amministrativa pecuniaria da 10 mila a 5 milioni di euro». E «nei casi di reiterata inottemperanza può disporre la sospensione dell’attività di impresa per un periodo non superiore a 30 giorni».
Il «no» delle low cost
Entrambe le compagnie hanno annunciato ricorso e la questione sarà affrontata al Tar del Lazio. Anche perché, spiega Ryanair in una nota al Corriere, «l’Antitrust non può decidere su questioni che riguardano la sicurezza aerea o la puntualità dei voli». E per questo le attività continuano come prima. Non soltanto l’extra per il bagaglio a mano viene chiesto al momento della prenotazione, ma viene anche confermato quando si tratta di avere conferma da un assistente. «Se desidera il bagaglio a mano da 10 chilogrammi lo dovrà acquistare», spiega Adina all’interno della «Live chat» di Ryanair dopo un’attesa di 22 minuti. Postando subito dopo la posizione ufficiale del vettore irlandese e chiudendo con «questa policy bagagli è trasparente e a vantaggio dei consumatori». Intanto simulando un volo Milano Malpensa-Palermo (19-27 novembre) la cifra finale è di 41,86 euro: 14,32 euro per l’andata, 14,32 per il ritorno, 13,22 per portarsi una seconda valigia in cabina. «Il costo di 6 euro per l’“Imbarco Prioritario” e di 8 per il bagaglio da stiva di 10 chili non è aumentato da quando è stato annunciato lo scorso 23 agosto — precisano da Ryanair —. I costi indicati si riferiscono solo a tratte nazionali (italiane, ndr), che sono soggette ad Iva».
Il nodo dei rimborsi
Se le low cost non arretrano di un millimetro, in parallelo rischia di aprirsi un enorme fronte giudiziario tra le compagnie e i passeggeri. Perché quando si chiede alle compagnie se ci sarà un rimborso in caso di sconfitta delle loro ragioni al Tar, allo stato attuale nessuno di loro ha ancora predisposto un piano di restituzione della cifra aggiuntiva. Mentre nel caso di Ryanair il costo per salire con due bagagli a mano è pure aumentato, passando dai 6 euro annunciati lo scorso agosto a 6,61 euro per tratta al momento della prenotazione per il pacchetto «Priorità e 2 bagagli a mano»), e da 8 euro a 8,81 euro per quello «Bagaglio registrato (cioè in stiva, ndr) da 10 kg».
Dove vale lo stop agli extra
Intanto l’Antitrust, interpellato dal quotidiano di via Solferino, chiarisce l’ambito di giurisdizione della decisione del 31 ottobre scorso. Secondo l’autorità, lo stop all’extra sul bagaglio a mano si applica — o meglio: si dovrebbe applicare — soltanto ai voli nazionali (cioè che prevedono una partenza da uno scalo italiano e un arrivo in un altro scalo italiano) e a quelli Italia-estero (decollo da un aeroporto italiano e atterraggio in un aeroporto straniero). Le due low cost, quindi, possono regolarmente applicare la tariffa aggiuntiva ai collegamenti dall’estero verso il nostro Paese «in quanto l’origine è un’altra giurisdizione». E sugli eventuali rimborsi? Su questo punto l’Antitrust è netto: «Occorre invece rivolgersi alle associazioni dei consumatori».
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